Intervista al Colonnello Christoph Graf

Colonnello Christoph Graf, Comandante della Guardia Svizzera Pontificia

di Giorgio Berner

Colonnello Christoph Graf*

Quali sono i valori che hanno caratterizzato la storia della Guardia Svizzera? Che ruolo hanno svolto e svolgono questi valori nel lungo e ininterrotto rapporto con il Pontefice?

Il nostro motto è “acriter et fideliter” che significa tradotto “con coraggio e fedeltà”. Ed esattamente così erano conosciuti i mercenari svizzeri che ci hanno preceduti e che il Cardinale Giulio della Rovere conobbe durante la battaglia contro il Regno di Napoli all’epoca. Una volta diventato Papa Giulio II chiese alla Confederazione Elvetica l’invio di 150 mercenari per la sua protezione. Essi attraversarono le Alpi ed entrarono in Piazza San Pietro dove il Papa li benedì. Era il 22 gennaio 1506, data di fondazione del Corpo della Guardia Svizzera Pontificia.

Criterio più importante per l’arruolamento delle guardie svizzere tuttora è la volontà assoluta di voler servire fedelmente, lealmente ed onorevolmente il Papa e la sua Chiesa (tratto dalla formula del Giuramento).

Siamo abituati a notare la presenza della Guardia Svizzera soprattutto durante le cerimonie ufficiali. Ma quali sono le mansioni più importanti della Guardia?

La Guardia Svizzera veglia costantemente sull’incolumità del Santo Padre. La stessa missione compie durante la Sede Vacante nei confronti del Collegio Cardinalizio. Presta servizio nella residenza papale ed accompagna il Sommo Pontefice nei viaggi in Italia ed all’estero. Inoltre controlla gli ingressi principali allo Stato della Città del Vaticano. Durante le visite di Capi di Stato, Ambasciatori e udienze o messe pubbliche presta servizio d’ordine e d’onore.

Esistono altri organismi dedicati alla sicurezza in Vaticano, in particolare per quanto riguarda la persona del Pontefice? La vostra responsabilità si estende anche ai frequenti viaggi all’estero del Pontefice?

Che tipo di collaborazione esiste con le forze dell’ordine e gli organismi di sicurezza italiani?

In Vaticano oltre alla Guardia Svizzera, corpo militare, presta servizio anche la Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano, corpo di Polizia. Come già menzionato, è compito nostro garantire l’incolumità del Santo Padre, assieme ai colleghi della Gendarmeria durante i suoi Viaggi Apostolici.

I nostri rapporti con i colleghi degli organismi di sicurezza italiani sono consolidati. Una buona collaborazione è imprescindibile per garantire la sicurezza del Vaticano e delle zone confinanti.

Quale è la consistenza della Guardia Svizzera Pontificia? Da dove provengono le guardie e come vengono reclutate? Quali sono i requisiti per entrare a far parte delle Guardie? Quale è la durata del loro impegno minimo e quello abituale a Roma; come si inseriscono nel mondo del lavoro a conclusione del loro servizio in Vaticano? Riscontrate difficoltà nel reclutamento?

Come vengono addestrate le Guardie e come sono equipaggiate? Esiste un trattato internazionale tra la Svizzera e lo Stato Pontificio riguardante la Guardia?

Le Guardie provengono da tutta la Svizzera, prevalentemente dai cantoni cattolici. Spesso e volentieri vengono da piccoli paesi. Le ex-guardie, oltre naturalmente al responsabile per il reclutamento, svolgono un’importante attività di promozione. I criteri per l’ammissione sono: essere cittadino svizzero, essere cattolico praticante, avere una altezza minima di 1,74, aver concluso un apprendistato professionale o ottenuto la maturità, aver fatto la scuola reclute obbligatoria, avere una reputazione impeccabile. Le reclute entrano celibi ma c’è la possibilità di sposarsi. La rafferma minima è di 26 mesi. Il primo mese vengono formati presso la Polizia Cantonale del Ticino, a Isone. Il secondo mese di formazione avviene all’interno delle Mura Vaticane. Qui vengono trasmesse le basi per il compimento del servizio. La scuola reclute della Guardia Svizzera dura quindi complessivamente 2 mesi.

Durante l’autunno di ogni anno c’è la possibilità per i giovani interessati svizzeri tra i 16 e i 18 anni di età di venirci a trovare durante una settimana di informazione, di conoscere i nostri ambiti di servizio e di entrare in contatto con le Guardie. Info: Sig. Bernhard Messmer, incaricato per il reclutamento, irs@gsp.va. Inoltre, sempre per il reclutamento, abbiamo realizzato un nuovo film istituzionale, per presentare e promuovere il Corpo, di una durata di 11 minuti. S’intitola “La Guardia Svizzera Pontificia” ed è visibile sul nostro sito internet www.guardiasvizzera.va o su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=ZLYN4yBdYEE

L’attentato di Ali Agca a Papa Giovanni Paolo II e, più recentemente, il crescente pericolo di attentati terroristici e l’evoluzione tecnologica (in positivo e in negativo) riteniamo abbiano avuto un impatto sulle vostre politiche di sicurezza. Cosa è cambiato in termini di approccio, di addestramento, di equipaggiamento? Abbiamo voluto portare le Guardie Svizzere a un miglior livello riguardante la sicurezza. Per questo abbiamo deciso, per essere al passo con i tempi, di potenziare la formazione. Presso la Polizia in Ticino apprendono gli spostamenti tattici con e senza armi, il sapersi difendere da attacchi e vengono trasmesse le basi di diritto e di psicologia. Ovviamente ci sono stati anche adattamenti nel nostro equipaggiamento.

Nei suoi lunghi anni di permanenza in Vaticano lei ha avuto il privilegio di conoscere da vicino molti Pontefici. Può renderci partecipi di qualche ricordo personale di questa vicinanza?
Il mio servizio nella Guardia Svizzera Pontificia è iniziato nel 1987 sotto Papa Giovanni Paolo II, in occasione del suo pontificato che personalmente mi ha molto toccato. Ho potuto vivere un pontefice giovane e forte che ha guidato la chiesa mondiale instancabilmente e con molto entusiasmo. In più di cento viaggi in tutto il mondo ha predicato il Vangelo per milioni di persone che non potevano permettersi di andare in pellegrinaggio a Roma. Ho avuto la possibilità di accompagnarlo a Fatima in occasione dell’anno giubilare del 2000, nel suo ultimo viaggio a Cracovia, suo paese di origine, e nel suo ultimo viaggio a Lourdes. Ho vissuto gli ultimi anni di questo grande Papa, una via crucis. Ha portato sulle sue spalle il peso dei problemi del mondo e della chiesa ed ha posto, dopo il suo lungo calvario, la sua vita nelle mani del Signore.

L’elezione di Papa Benedetto XVI ha suscitato molto entusiasmo nel quartiere della Guardia Svizzera Pontificia. Era un Papa che conosceva la nostra lingua e la mentalità di noi svizzeri. Con grande gioia lo abbiamo servito e al contempo nutrivamo grandi aspettative. Purtroppo l’11 febbraio si è dimesso inaspettatamente. Nonostante la Guardia Svizzera Pontificia non sia più addetta alla sua sicurezza e il contatto con lui si sia ridotto al minimo, ci fa sempre piacere poterlo incontrare.

I primi due, tre anni del Pontificato di Papa Francesco mi ricordarono i tempi di Giovanni Paolo II. È un Papa caratterizzato da molta energia e dinamismo. Il protocollo per lui è sempre stato e rimane tutt’ora secondario. Auspica una chiesa che non solo parli di misericordia e umiltà ma che dia anche il buon esempio. Vuole sentire la vicinanza delle persone, dei poveri e dei socialmente meno abbienti e vorrebbe una chiesa che concretamente operi nelle periferie della nostra società.

Ci tengo particolarmente a dire che tutti e tre i papi mi hanno colpito per la loro semplicità, la loro umiltà e la loro intensa vita di preghiera.

Nato il 05.09.1961 a Basilea, Svizzera. Originario di Pfaffnau, Cantone di Lucerna. Scuole elementari e medie a Pfaffnau, Richenthal e Reiden (Lucerna). Apprendistato alle poste svizzere. Lavora a Lucerna, Rigi Kaltbad, Hochdorf, Ginevra, Reiden, Unterägeri e Zofingen.
02.03.1987 entra nel Corpo della Guardia Svizzera Pontificia come alabardiere.
01.11.1990 nomina a Vice Caporale.
01.07.1995 nomina a Caporale.
01.08.1999 nomina a Sergente.
01.07.2000 nomina a Sergente Maggiore.
02.03.2009 nomina a Capitano.
07.10.2010 nomina a Vice Comandante.
07.02.2015 nomina a Comandante della Guardia Svizzera Pontificia.
Il 23.07.2001 sposa Brigida Gandolfi.
Padre di 2 figli: Irene (nata nel 2002) e Francesco (nato nel 2008).

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