Care amiche e cari amici,
l’esito delle recenti elezioni politiche in Italia (pur previsto) ha generato un clima di incertezza e di inquietudine, sia per i problemi legati alla formazione di un governo che sia operativo, come richiesto dalle dinamiche della situazione internazionale, sia per la difficoltà di comprendere le modalità di formazione del consenso popolare. In questo contesto è veramente auspicabile che tutte le parti coinvolte (anche coloro che hanno sollecitato il voto con improvvide promesse) diano prova di responsabilità.
È responsabilità comune di non compromettere la fase di ripresa dell’economia italiana, basata soprattutto sull’exploit di molte brillanti imprese e sull’evoluzione positiva della domanda interna. Soprattutto è responsabilità comune di proseguire il cammino delle riforme per adeguare i ritmi di crescita dell’economia italiani agli standard internazionali.
Per pura coincidenza, molti contributi in questo numero del nostro magazine possono essere ricondotti a questo aspetto fondamentale dell’agire umano: la responsabilità.
Non è forse un esempio di grande responsabilità la plurisecolare dedizione (dal 1506!) alla sicurezza personale del Papa garantita dalla Guardia Svizzera Pontificia?
Per restare in ambito svizzero, l’esito del referendum federale in merito alla proposta di abolizione del canone per la radio – televisione, che ha sancito la volontà popolare di continuare a versare il canone (peraltro non indifferente…) è stata un’espressione di grande responsabilità, esprimendo de facto l’adesione della grande maggioranza della popolazione al federalismo, uno dei pilastri della Confederazione.
Il dossier di questo numero del magazine si occupa di “ambiente” e del ruolo che la società deve svolgere al riguardo. Come sappiamo, specie a livello extra-europeo si fronteggiano due posizioni: chi considera l’evoluzione del clima o il verificarsi di catastrofi naturali come un fenomeno naturale, indipendente dall’influsso umano (i cosiddetti “acts of God”, così definiti dalla giurisprudenza anglosassone) e chi, viceversa, individua nell’azione umana una delle cause del degrado ambientale e reclama incisive azioni correttive.
Abbiamo il piacere di ospitare il contributo di autorevoli esponenti politici e amministrativi che inquadrano l’approccio pubblico (dal punto di vista svizzero) alla questione ambientale e diamo spazio alla voce di aziende che si occupano principalmente di queste questioni. Infine non poteva mancare il fiore all’occhiello della politica ambientale svizzera: la costruzione delle gallerie ferroviarie del San Gottardo e del Loetschberg, finanziata integralmente dalla popolazione elvetica con chiare finalità ambientali, ma che comporterà importanti vantaggi strutturali per il porto di Genova.
Desidero ringraziare tutti gli autorevoli autori per il loro contributo alla migliore comprensione della questione ambientale in Svizzera.
Ma soprattutto desidero ringraziare il Consigliere federale Ignazio Cassis, responsabile del Dipartimento federale degli Affari Esteri, per la sua disponibilità a concederci un’intervista. Dopo tanti anni, un Consigliere federale italofono si vede impegnato a gestire (oltre agli innumerevoli altri dossier a livello internazionale) due aspetti di nostro particolare interesse: l’affermazione positiva del ruolo del Cantone Ticino a livello federale e internazionale, e soprattutto lo sviluppo, anche tramite la definizione di alcuni problemi ancora aperti, di fruttuosi e tradizionalmente amichevoli rapporti con l’Italia.
Giorgio Berner