Suez e il San Gottardo, la dimensione intercontinentale di Alptransit

Suez e il San Gottardo, la dimensione intercontinentale di Alptransit

Perché mettere in relazione due cose apparentemente così diverse e lontane?

di Remigio Ratti*

Il richiamo viene dallo storico milanese Bruno Caizzi che, nel 1985, pubblicava il suo Suez e San Gottardo, due grandi progetti della rivoluzione dei trasporti, una delle grandi conquiste dell’ottocento. Oggi, le inaugurazioni quasi contemporanee della ferrovia di pianura del San Gottardo e del raddoppio delle capacità del canale di Suez sono apparentemente, pur nel loro gigantismo, solo delle innovazioni incrementali e non più dirompenti; le analogie possono tuttavia essere di grande spinta a più di un titolo.

In primo luogo, si tratta di ritrovare lo spirito delle visioni per dare anima alle realizzazioni tecniche e farle vivere nella dimensione del nostro tempo. I bacini di mercato richiamati dalle due infrastrutture sono quelli di uno spazio confrontato con le sfide geopolitiche, economiche e socio-culturali della mondializzazione, in particolare con il continente asiatico e le sue economie emergenti. Così il Mediterraneo, malgrado le drammatiche circostanze odierne, deve riscoprirsi in una nuova dimensione di contatto e di sviluppo dalle grandi possibilità. Una di queste è appunto rappresentata dalla sua attrattiva per la logistica intercontinentale e interregionale, come dimostrato dagli investimenti cinesi nei porti e aeroporti del mediterraneo e dagli interessi dei grandi armatori e della  logistica mondiale.

In secondo luogo le analogie portano sul tema della governanza di processi decisionali e operativi, sempre in balia delle incertezze e delle disavventure politiche. Si  rende più che mai necessaria una particolare attenzione all’intreccio di interessi pubblici e privati, con la necessità di ritrovare convergenze e complementarità, combinando orizzonti regionali, nazionali e internazionali diversi. Essi si ritrovano appunto, tra Suez e il San Gottardo, nei porti liguri e nei loro retroporti e piattaforme logistiche dell’Italia del Nord Ovest e della metropoli padana. Infatti, per le grandi navi portacontainer sarà conveniente servire i porti liguri, risparmiando sei giorni di navigazione, rispetto ai porti del nord.

Senza dimenticare gli interessi svizzeri. Nel 2014, l’Egitto rappresentava per la Svizzera il principale mercato d’esportazione in Africa. Il volume totale degli scambi commerciali con questo paese era di 1,13 miliardi di franchi e le imprese elvetiche presenti su suolo egiziano impiegavano 31.200 persone.

* Economista. Professore titolare dell’Università di Friborgo (Svizzera).

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