Fabio Bocchiola
Cari Lettori, Cari Amici,
Questi ultimi due anni ci hanno obbligato a fare due cose apparentemente opposte: fermarci e accelerare allo stesso tempo. I vari lockdown, al di là delle indiscutibili tragedie, sono stati delle formidabili palestre di formazione, con i relativamente nuovi strumenti di comunicazione. Essere separati e bloccati a casa ci ha insegnato che esistono altri modi di lavorare o di informarsi.
In poco tempo abbiamo dovuto superare rapidamente le fasi di progettazione e verifica (tipica per una nuova tecnologia) per entrare in quella di rielaborazione e riprogettazione. Mi riferisco allo smart working, che rimarrà nella nostra genetica, che è stato vissuto in maniera quasi acrobatica ed estrema. Non eravamo organizzati nei nostri spazi domestici e soprattutto nelle regole del menage. Abbiamo dovuto riplasmare spazi fisici e temporali, una presenza più distribuita nello spazio e nel tempo.
Altro fenomeno che dobbiamo ancora somatizzare è relativo all’utilizzo del web e dei social network come fonte di informazione, che ha scoperto alcuni punti critici. Il primo è l’inversione tra informazione e la sua comunicazione. Un flusso enorme di dati, in cui è difficile selezionare le informazioni utili. Il web ha poi generato un’ampia area in cui si mescolano verità e fake news, con evidenti fenomeni distorsivi e addirittura manipolatori della verità. Già si vedono però elementi di recupero delle fonti più accreditate come giornali, università, imprese.
La nostra Camera è sicuramente tra coloro che hanno il compito di mantenere alto il livello della qualità delle informazioni, oltre a quello importante di rafforzare il valore della relazione. Puntare sul valore dei membri della Camera, e quindi sulla comunità, ci aiuterà a gestire al meglio questo periodo di transizione.
Dando un giudizio sulla nostra gloriosa Camera direi che ha saputo destreggiarsi molto bene in questi marosi del web e dello smart working, uscendone rinnovata. Il merito va al team gestito da Alessandra Modenese Kauffmann, e a chi mi ha preceduto, che ha saputo creare una base solida e organizzata. Il pensiero, oltre che alla cara Barbara Hoepli, va al nostro amico e presidente emerito Giorgio Berner, scomparso all’inizio di quest’anno, lasciando un vuoto affettivo. A lui il merito di aver dato alla Camera una forte caratterizzazione e una stabilità economica, grazie anche al prezioso supporto del Tesoriere Pietro Le Pera.
Nel solco di questa eredità e dei nuovi scenari, gli obiettivi di Swiss Chamber sono ben delineati. La Camera gode di ottima reputazione, stima e posizionamento. Conferme sono state il suo ruolo attivo al XII incontro bilaterale Italia Svizzera, in cui la Camera ha rappresentato le imprese svizzere sul mercato italiano; o nel contesto delle Camere estere, con cui si sono approfondite le collaborazioni; o le reazioni proattive dei vari atenei milanesi, per favorire l’incontro tra accademia e impresa.
Molto positivo è stato per me verificare la forte disponibilità da parte dei membri dell’Advisory Board e degli altri Soci a partecipare ad incontri tematici e a generare quella preziosa attività di networking e conoscenza, che una Camera Svizzera deve rappresentare. Sicuramente un passaggio fondamentale sarà anche quello di adeguarsi alle nuove modalità di comunicazione, con una più efficace presenza sui nuovi strumenti in continua evoluzione.
Un grazie particolare ai Vicepresidenti Giovanna Frova e Mario Peserico per il fattivo supporto a compimento delle prossime sfide. Infine, desidero ringraziare per la stima che la Camera gode presso le istituzioni svizzere in Italia, la nostra Ambasciata e il Consolato, nelle apprezzate personalità di Monika Schmutz Kirgöz e di Sabrina Dallafior.
Fabio Bocchiola
