La Svizzera. Il fattore H: essere umani in un mondo in evoluzione 07 Aprile 2025

ITALIA E SVIZZERA TRA INNOVAZIONE E GEOPOLITICA

Intervista a Roberto Balzaretti, Ambasciatore straordinario e plenipotenziario della
Confederazione Svizzera presso la Repubblica Italiana

Viviamo in un’epoca di grandi cambiamenti e di crescenti turbolenze geopolitiche. Quanto è importante comprendere e anticipare le tendenze tecnologiche e sociali in atto? In questo contesto, come può svilupparsi ulteriormente il partenariato tra la Svizzera e l’Unione Europea?

In un momento di cambiamenti profondi, comprendere e anticipare le tendenze tecnologiche è di fondamentale importanza. L’evoluzione rapida delle tecnologie, si pensi all’espansione dell’intelligenza artificiale, sta modificando le nostre società. Questo sviluppo offre opportunità senza precedenti, ma pone sfide complesse che non possiamo affrontare da soli. Esso richiede una cooperazione internazionale sempre più stretta e il partenariato tra la Svizzera e l’Unione Europea assume un ruolo cruciale. Grazie al programma Horizon Europe, ricercatori svizzeri e italiani collaborano a oltre 700 progetti.

La collaborazione, basata su valori condivisi e interessi comuni, può essere ulteriormente rafforzata attraverso un dialogo costante e progetti congiunti nei settori dell’innovazione, della ricerca scientifica e dello sviluppo sostenibile. In questo senso in Svizzera è stata recentemente creata la fondazione Geneva Science and Diplomacy Anticipator (GESDA), che ha l’ambizione di applicare alle iniziative diplomatiche il metodo scientifico per anticiparle, accelerarle e tradurle in azioni concrete.

La Svizzera, con la sua tradizione di eccellenza nella ricerca e nell’innovazione, può offrire un contributo significativo alle iniziative europee che promuovono lo sviluppo tecnologico e la competitività. L’impegno congiunto a favore della ricerca, lo scambio di idee e la cooperazione rafforzata in ambito accademico, scientifico ed economico sono altrettante opportunità di crescita per la Svizzera e l’UE.

Tra i grandi temi dell’attualità emerge inevitabilmente quello della sicurezza e della difesa nel Vecchio Continente. Quali sono gli ambiti di collaborazione tra la Svizzera e l’Italia?

La cooperazione tra Svizzera e Italia in materia di difesa si è intensificata negli ultimi anni e testimonia della consapevolezza che la collaborazione bilaterale è essenziale per affrontare le sfide in materia di sicurezza del XXI secolo. Il Piano di cooperazione militare, che vanta una trentina di attività, comprende formazioni in più ambiti (soccorso transfrontaliero in caso di catastrofe, forze speciali e servizio alpino), addestramento e scambio di esperienze nel servizio di polizia aerea e nell’uso dell’aereo da combattimento F-35A.

La cooperazione avviene inoltre attraverso lo scambio di esperti, per esempio nei settori “cyber, space e nuove tecnologie” e nella sorveglianza dello spazio aereo (è stato il caso dell’Ukraine Recovery Conference organizzata nel 2022 a Lugano). Soldati svizzeri e italiani operano fianco a fianco nella promozione militare della pace in Kosovo e in Bosnia-Erzegovina. Le forze armate italiane, che si dimostrano flessibili nell’ampliare rapidamente la cooperazione in caso di interessi comuni, sono dunque un partner qualitativamente importante per l’esercito svizzero.

Se parliamo di fattore umano, l’altro tema caratterizzante la nostra contemporaneità è la migrazione. Il 17 maggio scorso Svizzera e Italia hanno firmato a Roma l’accordo per l’attuazione di progetti nel quadro del secondo contributo svizzero con lo stanziamento di 20 milioni di franchi per finanziare l’alloggio e l’assistenza in Italia per i richiedenti asilo minorenni non accompagnati. Un contributo importante, con quale obiettivo?

Il secondo contributo svizzero ad alcuni Stati membri dell’Unione Europea è uno strumento della politica europea della Svizzera. Con il credito quadro per la migrazione, la Svizzera intende contribuire a rafforzare la gestione della migrazione in Europa. A causa della sua posizione geografica, l’Italia è particolarmente colpita dalla migrazione irrego- lare verso l’Europa attraverso le rotte dei Balcani e del Mediterraneo centrale. Nel 2024, il numero degli arrivi è diminuito ma il potenziale migratorio resta comunque elevato. Molti migranti giungono in Italia in condizioni di salute sempre più precarie anche a causa delle violenze subite lungo le rotte migratorie. È un dato di fatto inquietante. Con questo contributo, la Svizzera dimostra solidarietà a un paese confinante e all’intera UE tenendo conto anche dei propri interessi. L’evoluzione delle domande d’asilo in Svizzera dipende infatti in larga misura dalla migrazione nell’area del Mediterraneo, nonché dalla capacità di accoglienza e dalla gestione della migrazione da parte degli stati situati lungo le rotte migratorie. In questo contesto, Svizzera e Italia intendono intensificare il dialogo relativo a temi legati alla migrazione – in particolare le procedure d’asilo e il ritorno volontario – come il Consigliere federale Beat Jans e il Ministro Matteo Piantedosi hanno riaffermato durante il loro incontro a Chiasso il 25 novembre 2024.

Da poco in carica, quali sono gli obiettivi del suo mandato?

Italia e Svizzera sono più di partner economici o commerciali. I legami storici, culturali e umani hanno forgiato nei decenni una comunità di valori sulla quale possiamo costruire le azioni del futuro. Le soluzioni di prossimità acquistano particolare rilevanza e sono un possibile antidoto alle turbolenze planetarie. Il mio auspicio è di continuare a lavorare in questa direzione sulla traccia di chi mi ha preceduto nelle rappresentanze diplomatiche e consolari e nei ministeri. E non dimentico la società civile e tutte le persone appassionate che da anni si impegnano per la relazione tra la Svizzera e l’Italia.

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