L’intervista al Viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Vannia Gava
Ambiente e territorio: quali le politiche ambientali in Italia di maggiore impatto per uno sviluppo sostenibile dell’ecosistema ambientale, sociale ed economico? Quali le priorità per i prossimi anni?
“Non occorre scomodare i recenti eventi di cronaca per comprendere come la nostra Italia sia un Paese straordinariamente bello ma anche straordinariamente fragile. Né è più tollerabile agire in emergenza.
Pertanto, in cima all’agenda del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica c’è sicuramente la priorità di mettere in sicurezza il territorio, da nord a sud, con una programmazione strutturale e attenta, spendendo le risorse stanziate, tutte e bene, e agendo sugli interventi urgenti e prioritari. Solo nel 2024 abbiamo previsto fondi per oltre 1 miliardo di euro contro il dissesto idrogeologico e siamo al lavoro per snellire burocrazia e norme per velocizzare la messa a terra delle opere. Accanto a questo, stiamo agendo sul fronte del recupero del suolo.
In quest’ottica, tema di rilievo è la bonifica dei Siti di Interesse Nazionale che ci vede impegnati in maniera decisa e spedita, an- che attraverso la nuova programmazione in arrivo dei Fondi di Sviluppo e Coesione. 500 milioni di euro del PNRR sono stati destinati, poi, al recupero e alla riqualifica- zione dei siti orfani. Senza trascurare tutta la partita delle fonti rinnovabili: abbiamo davanti obiettivi sfidanti che ci impongono la ricerca e l’individuazione di un giusto equilibrio tra tutela del territorio e sviluppo di energia. A questo scopo serviranno il decreto aree idonee, ad esempio, ma anche lo sviluppo di soluzioni innovative come l’agrivoltaico, per cui abbiamo stanziato oltre un miliardo di euro, e tecnologie off shore.”
Come rispondono le aziende alla necessità di una transizione verso un’economia verde? Ci sono particolari settori che richiedono maggiore attenzione e risorse da parte delle istituzioni?
“È bene chiarire che le nostre aziende non chiedono sussidi ma uno Stato che sia loro vicino e che sappia governare la transizione con pragmatismo e politiche concrete e sostenibili. Abbiamo l’ambizione di centrare un duplice obiettivo: da un lato, favorire la transizione con soluzioni innovative che abbiano raggiunto la piena maturità tecnologica, dall’altro, promuoverne la speri- mentazione di ulteriori attraverso incentivi e investimenti diretti, sostenendo, in particolare, i settori che sono chiamati a sforzi maggiori come l’industria Hard To Abate.
Per quanto riguarda il primo obiettivo, si tratta di mettere in campo semplificazioni normative che diano agli investimenti celerità e certezza della loro messa a terra; per centrare il secondo, occorre realizzare in tempi rapidi tutte le misure del PNRR con cui introduciamo, ad esempio, l’idrogeno nei processi industriali, potenziamo le reti elettriche in ragione di una sempre maggiore elettrificazione dei processi e, soprattutto, apriamo la strada al nucleare con fonte di energia pulita che potrà presto alimentare i nostri distretti industriali. È ora di dire basta ai tabù che per troppo tempo ci hanno tenuti legati al cappio della dipendenza dall’estero. Abbiamo il dovere di mettere in sicurezza il Paese sul fronte energetico.”
Sul tema delle risorse, i fondi del NextGenerationEU, in Italia stanziati tramite il PNRR, sono uno strumento cardine per lo sviluppo sostenibile dei prossimi anni: quali sono i progetti in cantiere per il Paese?
“Innanzitutto, mi consenta di complimen- tarmi con il dipartimento PNRR del Mase. È recente il dato secondo il quale l’Italia è in testa ai Paesi dell’UE per obiettivi rag- giunti nell’ambito dell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, indice del fatto che stiamo lavorando bene e spediti. Nell’ambito del PNRR, un terzo delle risorse è destinato proprio alla transizione ecologica. Nel 2023 siamo entrati nel vivo della messa a terra degli investimenti per quanto riguarda, in particolare, l’economia circolare con tutto il pacchetto di risorse per potenziare la meccanizzazione degli impianti e la raccolta differenziata, quindi i progetti faro attraverso cui favoriamo l’innovazione e le migliori pratiche e l’avvio degli investimenti per la realizzazione e l’ammodernamento degli impianti di depurazione e di efficientamento delle reti idriche. Sul fronte energetico, finanziamo la realizzazione di nuovi impianti di biometano e stiamo finalizzando la misura per l’efficientamento di quelli a biogas. Infine, le Comunità Energetiche Rinnovabili, destinatarie di corposi incentivi con la pubblicazione delle linee guida del GSE.”
Italia e Svizzera insieme per un futuro più green: quali i margini di collaborazione?
“Italia e Svizzera collaborano già in modo sereno da lungo tempo. Risale al 1972 la Commissione internazionale CIPAIS per la protezione delle acque e il contrasto all’inquinamento, sia dei laghi (Lugano, Maggiore, etc.) che dei corsi d’acqua che segnano il confine o lo attraversano. Nell’ambito di questa iniziativa, di rilievo è la cooperazione sviluppata per il torrente Spol e il lago di Costanza per affrontare sinergicamente i periodi di siccità.
Si aggiunga che l’Italia è il Paese verso il quale la Svizzera esporta più energia idroelettrica. Sul fronte della sfida della transi- zione energetica e della decarbonizzazione, inoltre, Italia e Svizzera sono già pienamente connesse – unite attraverso il passo del Gries – nell’ambito del SoutH2 Corridor, grande infrastruttura che sta prendendo forma e che sarà fondamentale per la creazione di una spina dorsale per trasportare l’idrogeno dall’Africa all’Europa.”