L’intervista a Monika Schmutz Kirgöz, Ambasciatrice di Svizzera in Italia
Ambasciatrice, come definirebbe il legame tra la Svizzera e l’Italia in termini non solo economici ma anche sociali e politici?
“Il legame tra la Svizzera e l’Italia è forte e comprende più dimensioni. Al di là dell’aspetto economico e commerciale, cruciale nelle nostre relazioni bilaterali, dal punto di vista storico entrambi i Paesi, oltre a con- dividere una lingua nazionale, hanno condiviso e tuttora condividono lunghi periodi di interazione e influenze reciproche, soprattutto nelle regioni di confine. La stretta vicinanza geografica e il lungo confine condiviso di quasi 800 km hanno facilitato gli scambi culturali e sociali a più livelli, rafforzando la mutua influenza anche a livello artistico e architettonico. Inoltre, in ambito politico, i contatti fra i due governi e parlamenti sono intensi: visite ufficiali e incontri tra ministri italiani e consiglieri federali sono frequenti, così come gli scambi fra i due organi legislativi, che vantano inoltre un gruppo di amicizia parlamentare Svizzera-Italia nei parlamenti dei due Paesi.
Ad oggi i forti legami tra i due Paesi sono altresì dimostrati in modo inequivocabile dal cospicuo numero di cittadini che si sono stabiliti nell’altro Stato. Più di 50.000 cittadine svizzere e cittadini svizzeri risiedono in Italia. Di questi, oltre 42.000 sono anche cittadini italiani. Mentre in Svizzera vivono o lavorano circa 650.000 italiani (in assoluto la terza comunità di italiani all’estero dopo Argentina e Germania), la metà dei quali sono anche cittadini svizzeri. Non dimentichiamo poi le decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori frontalieri che attraversano quotidianamente il confine.”
Quali gli ambiti e i temi su cui consolidare la collaborazione tra i due Paesi? Su cosa si può lavorare in sinergia?
“La grande vicinanza fra i due Paesi fa in modo che fra ‘vicini di casa’ ci siano molti temi dei quali trattare, con importanti possibilità di sinergie a più livelli. Alcuni dei principali ambiti chiave inerenti alla sfera economica comune includono: l’innovazione, la ricerca e la formazione.
L’INNOVAZIONE, LA RICERCA E LA FORMAZIONE
L’Italia e la Svizzera condividono una stretta collaborazione in questi settori. La cooperazione è multiforme e le sinergie sono favorite da diversi accordi bilaterali. I proficui e regolari contatti tra università svizzere e italiane costituiscono un elemento centrale di questi scambi. L’Università della Svizzera italiana (USI) e la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) hanno un ruolo partico- lare, in quanto unici atenei italofoni fuori dalla Penisola. L’Italia è uno dei partner più importanti della Svizzera nel settore della scienza e della ricerca. Nel programma Orizzonte 2020, ricercatori svizzeri e italiani hanno collaborato in oltre 1500 progetti nel periodo 2014-2020. Attualmente, nel programma 2021-2027, sono già in corso oltre 500 progetti di collaborazione tra i due paesi.
LA SOSTENIBILITÀ E I TRASPORTI
Situate sull’asse Genova-Rotterdam, le infrastrutture stradali e ferroviarie svizzere sono indispensabili per il transito delle merci in provenienza e a destinazione dell’Italia. A loro volta, le infrastrutture portuarie italiane si posizionano come sbocchi strategici per la Svizzera. Non a caso, numerose imprese svizzere operano in Italia nel settore dei trasporti e della logistica. Con la costruzione della nuova ferrovia trasversale alpina (Alptransit), la Svizzera ha sviluppato un collegamento ferroviario nord-sud rapido, ecologico ed efficiente.
Il cuore della nuova linea è costituito dalle gallerie di base del Lötschberg e del San Gottardo (57 km, il tunnel ferroviario più lungo al mondo). Queste opere consentono di trasportare efficientemente le merci su rotaia e di ridurre la durata dei viaggi del traffico passeggeri. Gli investimenti totali per l’intero progetto Alptransit su territorio svizzero si attestano a circa 23 miliardi di franchi svizzeri. Interamente finanziato dalla Svizzera, questo investimento è un suo contributo concreto alla costruzione di una rete di trasporti europea inclusiva per l’Italia che migliori l’efficacia del trasporto di merci e lo iscriva al contempo in una logica di sostenibilità ambientale. Nella medesima logica si iscrivono inoltre gli interventi promossi dalla Svizzera su suolo italiano, come i contributi d’investimento a favore della costruzione di infrastrutture ferroviarie e impianti privati per il traffico merci. Ad esempio, abbiamo già contribuito alla creazione di diversi terminal di trasbordo delle merci nel nord Italia, come a Busto Arsizio-Gallarate e a Piacenza.
LA FINANZA, LA DIGITALIZZAZIONE E L’ENERGIA
La Svizzera, leader mondiale nell’ambito dell’innovazione, si sta dimostrando terre- no fertile anche per la fintech, cioè per tutte le innovazioni tecnologiche legate alla digitalizzazione dei servizi finanziari.
Non è un caso che un gran numero di società attive a livello internazionale in questo settore siano stabilite in Svizzera, di cui buona parte nella regione di Zurigo. Anche a due passi dall’Italia, nel Canton Ticino, la tecnofinanza sta trovando sbocchi interessanti. In particolare il Canton Ticino, grazie a un’ampia offerta di servizi a sostegno dell’innovazione e delle good practice, costituisce l’ecosistema ideale dove far crescere e sviluppare le imprese in provenienza dalle vicine regioni italiane. La Svizzera è poi un crocevia strategico anche per i flussi energetici in provenienza e a destinazio dell’Italia, di cui è il maggior fornitore estero di energia elettrica. La Confederazione è altresì un passaggio centrale per il transito del gas che l’Italia importa dai Paesi dell’Europa settentrionale (gasdotto Transitgas). Dal 2018, l’inversione del flusso del gasdotto Transitgas (da sud a nord) ha permesso anche di esportare gas naturale: attraverso la Svizzera, l’Italia è così in grado di convogliare verso il resto dell’Europa gas naturale proveniente dai suoi terminali. La Confederazione intende inoltre partecipare agli sforzi di solidarietà in caso di penuria di gas, in particolare per assicurare l’approvvigionamento tra la Germania e l’Italia. A questo fine, esiste una volontà comune di integrare la Svizzera all’accordo bilaterale tra la Germania e l’Italia relativo all’approvvigionamento di gas in caso di emergenza.”
Parliamo di sostenibilità in senso lato, tema oggi al centro dell’agenda internazionale. Ci sono le basi per uno sviluppo della cooperazione tra Svizzera e Italia su iniziative orientate alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica? Quali le priorità e i progetti in cantiere?
“Come ho già affermato, la sostenibilità è il concetto chiave dell’epoca che stiamo vivendo. Soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere quelli della generazione futura è oggi più che mai una priorità. Questa nozione costituisce uno degli assi cardine nella strategia di politica estera svizzera.
Le basi di cooperazione fra Italia e Svizzera su questo tema appaiono oggi solide e si declinano in molte sfaccettature diverse: la sostenibilità ambientale viene promossa principalmente nell’ambito del trasbordo delle merci dalla strada alla rotaia e della ricerca di fonti energetiche a basso impatto di emissioni di sostanze inquinanti. A marzo 2024, l’Ambasciata ha tenuto a Roma un incontro focalizzato sulle sfide logistiche e valichi alpini. L’evento ha registrato una partecipazione significativa e ottenuto un notevole successo.
Per quanto riguarda la sostenibilità inte- sa in termini sociali, tengo a sottolineare quanto i movimenti per l’uguaglianza di genere siano oggi una priorità in questo tipo di sostenibilità: la nostra rappresentanza diplomatica ha ideato in Italia varie iniziative culturali di promozione dell’uguaglianza, oltre che una disciplina di linguaggio nelle comunicazioni che si vuole inclusiva tra donna e uomo.
La Confederazione promuove una piazza finanziaria sostenibile che costituisce una grande opportunità per il nostro Paese in termini di innovazione e competitività e contribuisce a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile della Svizzera stabiliti dall’Agenda 2030. I servizi finanziari sostenibili tengono conto di fattori sociali e ambientali e del buon governo d’impresa. Vengono promosse la trasparenza e l’azione volontaria in modo da fornire a clienti e investitori elvetici nella Penisola informazioni chiare e quindi possibilità decisionali più sicure.”
Possono tali iniziative influenzare positivamente la collaborazione del mondo imprenditoriale dei due Paesi? Come?
“Sicuramente ritengo che la classe imprenditoriale dei due Paesi, estremamente dinamica e ricettiva in termini di novità, possa venir influenzata dalle iniziative condotte dalle istituzioni. La sostenibilità offre diverse opportunità per migliorare la collaborazione tra imprese italiane e svizzere. Innanzitutto, l’adozione di pratiche sostenibili può generare risparmi energetici e ridurre i costi operativi. Le imprese che integrano la sostenibilità nei loro modelli di business sono spesso considerate più attrattive anche dai consumatori, estremamente sensibilizzati a questa tematica sia in Italia che in Svizzera. Inoltre, la condivisione di conoscenze relative alla sostenibilità e di know-how specialistico attraverso le piattaforme esistenti può promuovere l’innovazione congiunta, contribuendo a generare soluzioni innovative e a rafforzare la responsabilità sociale d’impresa nei due Paesi. In una sorta di spirale ascendente, queste misure si influenzano a vicenda fungendo da collante per una collaborazione ancor più stretta tra il mondo imprenditoriale italiano e quello svizzero, favorendo così una base comune di valori e obiettivi.”